Le basi del ReSonance partono da questa osservazione:
Tutti hanno desideri
Pochi hanno ambizione
Ancora meno persone hanno la prontezza necessaria per realizzarli.
Il ‘desiderio’ è evidente: tutti vogliono qualcosa. Ma per ottenerlo non serve la ‘forza di volontà’, come spesso ti dicono, quanto un senso di prontezza per fare quello che serve.
Il fatto è che invece di imparare a costruire questo senso di prontezza, la maggior parte delle persone parte a lavorare dal pezzo del ‘desiderio’ arrivando al pezzo del ‘provare a farlo’, e cioè fare le cose che pensano servano per realizzare il proprio desiderio.
Quello che succede quando qualcuno passa dal desiderio al ‘provare a farlo’ è che – letteralmente – non può produrre il risultato che si aspetta perchè non ha una struttura di convinzioni che sia di supporto per aspettarsi che la cosa si realizzi davvero.
E’ come se mentre agisce avesse nella testa 10 persone che gli dicono continuamente ‘non funziona non funziona non funziona’.
E questo lo fa rimanere nella modalità ‘voglio voglio voglio’ senza essere capace di produrre questo risultato – naturalmente e senza sforzo.
Lavorando nel Coaching negli ultimo 10 anni mi sono accorto di una serie di convinzioni che sono più o meno ‘installate’ nelle persone. Sono quello che dicono ‘le voci nella testa’ quando si accingono a fare qualcosa senza avere a disposizione una posizione di prontezza.
Te ne dico alcune:
‘Non posso farlo’
‘Non funziona’
‘E’ troppo facile’
‘Non sono certificato/abbastanza qualificato da qualcun altro’
‘Non ho le abilità’
‘Avrei troppo successo’
Il lavoro del ReSonance è quello di costruire questa posizione di prontezza saltando a priori queste inibizioni alla prontezza, e mettendoti in grado di unire in un unica posizione il desiderio e il fatto che ti aspetti che quello che vuoi succeda fino al punto che tu le percepisca come un’unica esperienza.
Tra il fatto di desiderare qualcosa e il fatto di sperimentarla realizzata non percepisci più nessuna differenza.
E nel ReSonance questo succede attraverso un processo unico che ti permette di integrare le informazioni che provengono dal contesto in cui sei, vivi e operi e che sono importanti per ‘vedere’ quello che serve fare per ottenere quello che vuoi – e il fatto mantenere al tuo interno la capacità di aspettarti che quello che vuoi diventi reale.
E’ un processo in cui chi sei, quello che sai fare (le tue abilità e la tua esperienza) vengono fatte funzionare al meglio senza inibizioni o limitazioni.
Tra parentesi: il ReSonance NON è un lavoro simile a quello che si fa nella PNL in cui si cambiano le convinzioni e non è assimilabile a niente di quello che si fa nel Coaching ‘classico’ (obiettivi e cose varie).
Il lavoro del ReSonance funziona nel portarti OLTRE un senso di limitazione – a sperimentare un profondo senso di possibilità in cui sai già come è quando hai già quello che vuoi. E da questa posizione hai un chiaro senso di come devi organizzarti internamente ed esternamente per avere successo e sai già – da quella posizione e guardando indietro – quali azioni e quali cose sono le migliori cose da fare per produrre lo specifico risultato che vuoi.
Quando lavori da questa posizione di successo filtri le informazioni che ti arrivano dall’esterno in relazione a quello che serve per continuare ad avere successo – indipendentemente da tutto quello che hai fatto nel tuo passato.
L’idea è quella di lavorare in maniera teleologica.
Vuol dire che invece di prendere il tuo passato come guida per il tuo futuro (che non ha senso, logicamente – eppure è la cosa intuitiva che tutti fanno)… inizi ad organizzarti in relazione ad un futuro che è attraente per te e che diventa… irresistibile.
Il vantaggio, quando inizi ad operare da questa posizione, è che non sei più limitato da quello che hai ottenuto, sperimentato, imparato nel passato… non sperimenti limiti nelle azioni che fai. Le fai e basta, aspettandoti di avere successo.
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