Un paio di riflessioni interessanti secondo me su come le persone creano ‘una vita che funziona’ per loro… cosa molto diversa a volte da una vita che funziona per gli altri.
Una delle storie che mi hanno colpito fin da ragazzo è quella di Charles Darwin, ascoltata per la prima volta (credo di ricordare) in un documentario televisivo.
Quello che pochi sanno di Darwin è che aspettò circa 30 anni prima di pubblicare il suo libro più rivoluzionario… 30 anni per accumulare idee, viaggiare, scrivere e… aspettare.
Nel libro L’origine delle specie Darwin rivoluziona la storia naturale. E aspetta a pubblicarlo perché ha paura di quello che potrebbe accadere sfidando in campo aperto la chiesa che in termini di evoluzione la pensa in modo un po’ diverso da lui.
Il ‘posizionamento’ di Darwin è forte: da un lato i critici… persone di chiesa e studiosi ortodossi… alcuni dei quali erano stati insegnanti di Darwin che si scagliano contro di lui…
Dall’altro lato intellettuali, religiosi liberali e persone intelligenti che percepiscono quanto è rivoluzionario il suo approccio.
Cosa ha a vedere questo con creare una vita che funziona?
Beh… ogni persona che ha creato davvero qualcosa che funziona meglio di quello che funzionava prima ad un certo punto nella propria professione ha preso una posizione scomoda, poco popolare o in contrasto con l’estabilishment.
Molto spesso un’idea assurda all’inizio poco dopo viene considerata l’unica possibile… e la gente dice ‘come abbiamo fatto a non vedere prima l’evidenza di questa cosa?’.
Una delle idee al centro del mio lavoro sulla performance è stato proprio quello di allontanarmi dall’idea di ‘motivazione’.
Quello che ho sempre sostenuto è che la motivazione – nel miglioramento personale e professionale – serve a poco e molto spesso è anzi controproducente.
Avendo lavorato professionalmente per quasi quindici anni nel Coaching con persone che professionalmente DEVONO generare continuamente generare performance di alto livello ho imparato che esistono solo due modi principali in cui una persona può funzionare.
Sono due posizioni ‘base’ relative a come è organizzata internamente la persona in quel momento e da cui genera performance, qualsiasi cosa faccia, dica… qualsiasi decisione prenda.
Sono due posizioni che determinano cosa è possibile per la persona in quel momento e rispecchiano uno stato mentale ed allo stesso tempo fisico – e sono lo specchio dell’intera neurologia della persona in quel momento.
1. Una posizione inibitoria, in cui una persona è – letteralmente – neurologicamente ‘chiusa’ e in cui l’apprendimento è limitato. In cui risponde e reagisce semplicemente agli stimoli esterni potenzialmente pericolosi e contempla solo possibilità in cui evita i problemi, quello che non vuole.
Vieni attaccato da un leone in mezzo alla giungla e non hai modo di pensare alle possibilità.
Reagisci ad un attacco e le sole opzioni possibili sono combattere, scappare o immobilizzarti. Sono reazione automatiche decise dal tuo sistema limbico di cui non hai il controllo e che sono state progettate in modo evolutivo per aumentare la possibilità di sopravvivenza.
In un momento del genere non c’è apprendimento e non c’è apertura alla possibilità, c’è evitare quello che non vuoi, il leone.
oppure
2. Una posizione generativa in cui il sistema è aperto alle possibilità presenti quando consideri cosa è possibile oltre le limitazioni attuali del sistema. In un certo modo si potrebbe dire che la posizione generativa è quella in cui sei alla ricerca di opportunità e possibilità che sono oltre a quello che è attualmente conosciuto e visibile, quando non percepisci la situazione attuale come un ‘problema’ ma solo come un’insieme di dati che provengono dal sistema. Quando ti apri a nuove cose non perché sono la soluzione a problemi attuali, ma perché sono la conseguenza di quello che vuoi quando non percepisci problemi.
In breve: è prendere delle decisioni da una posizione in cui quello che fino ad un attimo prima percepivi come un problema, non lo è più.
Da questa posizione c’è molto più apprendimento e riesci a trovare soluzioni ‘creative’ ed evolutive per l’individuo.
Passare da una posizione di tipo inibitorio (in cui hai l’attenzione sui problemi e su quello che non vuoi e ti organizzi REAGENDO per risolverli uno dopo l’altro) ad una posizione di tipo generativo (in cui prendi le decisioni ed agisci da una posizione in cui non percepisci problemi) non ha NIENTE a che vedere con ‘essere motivati’. E’ qualcosa di completamente diverso per cui alla fine sei anche molto più rilassato ed allo stesso pronto a cogliere le opportunità che ti si presentano.
Insomma la motivazione dà’ l’idea di una maggiore ‘potenza’, di un risveglio, di qualcosa che può avvenire ‘perché adesso ci credi’ e adesso lo vuoi… ma semplicemente non funziona per far ottenere alle persone realmente quello che vogliono.
All’inizio quest’idea sembrava assurda – quando tutti i formatori non facevano altro che motivare le persone per fargli ‘Coaching’, falle lavorare sulla performance.
Oggi – dopo anni di lavoro e di diffusione delle mie idee – sono in parecchi a distaccarsi – almeno a parole e nel marketing che fanno -dall’approccio motivazionale.
Quando poi oltre all’approccio in generale hai anche – come avviene nel ReSonance – un insieme di strumenti e di tecniche molto potenti per far emergere in maniera operativa e reale nel lavoro con le persone questa modalità… le performance letteralmente esplodono verso l’alto. Per le persone e per le organizzazioni ed i team in cui le persone operano.
Nel ReSonance insegno proprio questo: a creare una ‘vita che funziona’ e a portare questo livello di trasformazione dove vuoi, sia a livello personale che di organizzazione/team in cui lavori.
E lo faccio con un’approccio tecnico unico, che puoi imparare e far funzionare per te e per tutte le persone con cui lavori.
A gennaio inizia la nuova formazione 2016, a Roma e Milano.
Questo lavoro è per te se hai una seria intenzione di migliorare le tue performance professionali… e di migliorare la tua abilità di avere un impatto su chi è intorno a te e di migliorare le LORO performance oltre che le tue.
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