[Brevissima nota introduttiva all’articolo: sono Simone Pacchiele e trovi qualcosa su di me qui. Da circa 15 anni insegno e faccio ricerca nel Coaching, dal 2011 tengo corsi in Università Bocconi sui temi della performance e dell’empowerment.
Ti aspetto nel Gruppo Coaching Italia per discutere di questi argomenti.
Buona lettura.]
Conosco tanti imprenditori che in un momento di crisi si sono rivolti ad un ‘business coach’ e hanno ricevuto consigli che li hanno portati a chiudere l’azienda di lì a poco.
E vedo un sacco di ‘aspiranti coach’ che dopo aver completato il percorso di Coaching base ‘si buttano’ sulla specializzazione in Business Coaching “perché nelle aziende girano più soldi.”
A parte che non è vero. Nel senso che nelle aziende è MOLTO più complicato entrare a fare Coaching e, soprattutto se sono aziende che funzionano, l’imprenditore si aspetta competenze ben superiori a quelle dei due o tre moduli di Business Coaching che puoi fare in qualsiasi scuola.
Ma a parte questo, sono perplesso quando vedo l’approccio seguito spesso nella formazione dei futuri business coach.
Ne prendo uno a caso.
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Esercizio:
1. Il coach chiede all’imprenditore qual è la propria esigenza di business.
2 il coach attraverso uno schema che cerca di dare chiarezza, focus e azione aiuta l’imprenditore a definire le prossime azioni da fare in azienda.
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Anche nel caso che un neo-business coach riesca ad acquisire un imprenditore come cliente, in questi due punti ci sono delle presupposizioni che non funzionano e che molto preso porteranno coach e imprenditore a parlare del nulla nel migliore dei casi, o l’imprenditore a chiudere l’azienda nel peggiore.
Una di queste presupposizioni è che l’imprenditore SAPPIA qual è la propria ‘esigenza di business’.
Esempio: “Voglio più clienti”
(ti svelo un segreto: tutti gli imprenditori vogliono “più clienti” 😀 )
quando in realtà a volte accade che ogni nuovo cliente acquisito fa PERDERE soldi all’azienda perché non riesce a gestirlo o perché ha processi interni completamente inefficaci.
La seconda presupposizione è che l’imprenditore grazie alla ‘chiarezza’ abbia già internamente le risorse e le conoscenze per decidere le azioni più efficaci da fare.
E nel mondo reale quasi mai è così.
Risultato?
Il Coach che fornisce soluzioni a caso oppure motiva l’imprenditore a insistere su strade che immagina essere efficaci.
E un bagno di sangue per l’imprenditore che dopo pochi mesi e molti soldi buttati si convince che ‘il Coaching non funziona’.
Soluzione?
Imparare un sistema di Coaching che mette in grado l’imprenditore di acquisire informazioni, conoscenze e risorse senza ‘andare a caso’ e senza accanirsi su soluzioni inefficaci dall’inizio, e lo rende invece capace di muoversi nella direzione più efficace per lui.
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