Il Coaching: una definizione e un manifesto.
"Cos'è il Coaching?", ma soprattutto "Ha senso interessarsene per migliorare i risultati e le performance di persone, team, organizzazioni?"
Ti darò una spiegazione coerente con un approccio al Coaching efficace e orientato ai risultati, ma prima ti ricordo che in questo sito troverai moltissime risorse sul Coaching.
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Ma torniamo al Coaching.
Il Coaching è uno strumento per generare risultati migliori: ci permette di capire in modo piuttosto preciso come otteniamo i nostri risultati (e come non li otteniamo) e come prendiamo le nostre decisioni. Il suo potenziale principale non è solo quello di 'lavorare con gli altri' ma prima di tutto di 'funzionare meglio' come persone.
Il Coaching è un approccio: ci offre una chiave di lettura interessante e profondissima del mondo che ci circonda e ci consente di dare senso agli avvenimenti che accadono nella nostra vita, ma anche alle dinamiche relazionali delle persone attorno a noi.
Il Coaching è un modo di leggere le narrative personali e professionali presenti adesso nella tua vita: imparando a decodificarle possiamo accedere a livelli di comprensione difficili da raggiungere in altri modi.
Il Coaching è trasformazione personale: ci mostra un modo per evolvere e per trasformare i nostri limiti in punti di forza e ci permette di realizzare la vita personale e professionale che desideriamo.
Per questo la prospettiva che incontrerai in questo sito è quello del Coaching ReSonance, un approccio molto evoluto al coaching generativo: questo approccio che ha l'obiettivo quello di guidare nella direzione di una maggiore capacità di generare risultati, di comprendere se stessi e degli altri, aumentare la nostra consapevolezza ed evolvere come individui.
Il Coaching e la 'sindrome di Cenerentola'
Il Coaching ReSonance è uno strumento molto versatile: può essere usato in tantissime applicazioni diverse e possono essere proposti obiettivi diversi in relazione al contesto (lavoro con gli studenti della Bocconi o faccio una sessione di performance coaching con l'atleta che va ai campionati italiani? O lavoro con l'imprenditore della mia citta?)
Ho cominciato a lavorare con questo approccio al Coaching orientato al non-problema quando era ancora ignoto.
Era praticamente una pratica sconosciuta al 99,99% dei coach o dei counselor.
Tutti lavoravano o 'sul problema da risolvere' (smettere di fumare, perdere peso, smettere di fare X) o sull'approccio olistico ('l'Universo è benevolo, quindi chiedigli quello che vuoi e lui te lo manderà').
E il bello è che lo facevano senza accorgersene, anche se a parole affermavano di andare nella direzione opposta ("Il Coaching lavora sulle risorse").
E siccome i risultati che ottenevano gli studenti del Coaching ReSonance delle origini erano più veloci e più duraturi di quelli ottenuti da consulenti di altro tipo...
...chi si è preso il tempo di studiare questo sistema in profondità nei primi anni ha sperimentato un po' quella che chiamo la sindrome di Cenerentola.
La sindrome di Cenerentola è una suggestione potente, perché gli archetipi di questa favola durano da secoli.
Cosa vuol dire questa favola?
Che chiunque con l'adeguato intervento 'magico' può ballare come se fosse un nobile del regno. E poter appartenere allo stesso status.
In altre parole è successo che chi sapeva usare gli strumenti del Coaching ReSonance riusciva ad ottenere risultati, chiarezza, comprensione delle proprie dinamiche e riusciva a generare performance meglio di chi praticava altri approcci alla consulenza personale / coaching.
Era successo che uno strumento che per la prima volta metteva insieme corpo e linguaggio attraverso le strutture narrative e metaforiche... permetteva che avvenissero fenomeni assolutamente nuovi se letti dal punto di vista del coaching puramente mentale o motivazionale.
Il 'mental coaching' ti diceva cosa dovevi fare.
Il Coaching ReSonance ti dava la comprensione di COME farlo e farlo durare.
Questo lavoro oggi ha più di 10 anni, ed esistono molti modi per iniziare a sperimentarlo su di te.
Coaching ReSonance: un approccio generativo al Coaching
Il Coaching ReSonance è un sistema per il miglioramento dei risultati straordinariamente efficace.
L’idea di partenza del modello, nella sua forma più semplice, è che quando non ci sono insegnamenti o condizionamenti che ci portano in direzioni diverse, ognuno di noi inizia la propria vita in uno stato di ‘performance naturale’.
Il tipo di educazione e di stimoli a cui siamo sottoposti negli anni, il tipo di condizionamenti che riceviamo ci porta a rinunciare a questo stato di equilibrio e di ‘perfezione’ ed a spostare al di fuori di noi il centro in cui troviamo il nostro piacere ed il senso di chi siamo e di quello che facciamo.
Quasi tutte le tecnologie di cambiamento disponibili oggi, tutti i modelli organizzativi, di miglioramento professionale, di crescita e sviluppo hanno come punto di partenza sempre lo stesso: il ‘problema’.
Partono dall’osservazione e dall’analisi di ciò che non funziona all’interno dell’individuo o dell’organizzazione, o delle sue performance, o delle sue relazioni… qualsiasi cosa… e analizzano il problema mettendo in campo una serie di tecniche per risolverlo.
Ma la mia esperienza è che quando si lavora così – da una posizione in cui comunque la percezione è DA PRIMA focalizzata sul problema – il cambiamento è molto spesso superficiale, se non addirittura illusorio.
La maggior parte delle volte la persona è convinta di cambiare semplicemente perché sente di avere a disposizione ‘la tecnica’ per risolvere il suo problema.
Altre volte il cambiamento è temporaneo. O ancora la persona si accorge che risolvere quel singolo problema in realtà non risolve i suoi ‘problemi’, in senso più ampio.
Ho lavorato per più di 10 anni nella formazione con le aziende e avendo anche un profonda conoscenza di diversi modelli evolutivi per la persona (Coaching di tipo 'classico' ma anche Feldenkrais, Alexander, PNL) applicandoli sia agli aspetti personali che professionali.
E quello che ho potuto osservare è che un cambiamento duraturo avviene, più che grazie ad un singolo elemento o ad una tecnica… grazie ad una trasformazione globale: è l’intero sistema ad accedere, magari solo per un attimo, ad un luogo, ad una configurazione dove il problema, semplicemente, non esiste.
In quel momento la persona ‘sta bene’ relativamente al problema per cui era venuta da noi, ma riesce anche ad accedere anche ad una serie di risorse personali, mentali, emotive, decisionali che semplicemente prima non percepiva e che può mettere in campo in qualsiasi area della propria vita.
In sostanza, quello che ho potuto osservare è che le persone che passano dallo ‘funzionare male’ al ‘funzionare bene’, qualsiasi cosa vogliano dire queste parole per loro, non lo fanno quasi mai perché risolvono un problema alla volta con delle tecniche specifiche, ma perché riescono ad accedere ad uno stato in cui (magari per un attimo solo) il problema non è presente nella loro percezione.
E quando questo avviene davvero, la trasformazione riguarda ogni aspetto dell’individuo.
Da questo punto di vista, quello a cui potrai accedere nel Coaching ReSonance è un lavoro che trasforma, più che semplicemente cambiare.
Il Coaching ReSonance è piuttosto un processo per portare le persone ‘dove il problema non è presente’.
L’intenzione è quella di far emergere per la persona una posizione di ‘attivazione’ che lasci emergere la rappresentazione iconica… il modello originale di come è la persona quando è semplicemente perfetta.
In questa posizione il problema non è presente, e non può esistere come problema.
Questo non è uno stato mentale, e non è uno stato semplicemente fisico.
E’ qualcosa di simultaneo, in cui la persona non percepisce più la separazione tra mente e corpo. Quando questo stato è presente tutti i dati presenti e gli stimoli che la persona riceve sono visti ed integrati nel sistema della persona come possibilità. Non costituiscono più dei vincoli, o delle costrizioni ma vengono sperimentati in relazione a ciò che è possibile.
Cosa dice chi ha sperimentato il Coaching ReSonance
Il coaching è uno strumento che aiuta a fare chiarezza sulle proprie emozioni, sul modo di guardarsi e guardare il mondo (attraverso un’analisi linguistica, somatica e logica molto approfondita). Aiuta a realizzare un focus o auto- focus adeguato, condizione per intraprendere qualsiasi azione successiva. Azioni in cui sia chiaro motivo, direzione e senso.
Domenico Martina
Il ReSonance per me è un “Modello di coaching” che non si concentra ad indicare cosa fare su specifiche situazioni / funzionalità, ma sulla struttura della persona e la mette nella condizione di recepire info/dati dalla realtà , valutare ed operare nella sua migliore configurazione mente-corpo-linguaggio, a prescindere dall’ambito d’azione. In questo senso lo definirei “universale”.
Altri corsi che ho seguito erano orientati a specifiche ambiti: guadagnare di più, utilizzare meglio il tempo libero, migliorare le proprie relazioni professionali o personali.
Il ReSonance , portando la persona al meglio di se stesso, permette di permeare tutte i nostri ambiti e ricavarne maggior valore (= performance)
Gianfranco Costa
Memore della oramai decennale esperienza con Simone posso dire che del modello di resonance mi hanno colpito due aspetti in particolare:
Relativamente al coaching in senso stretto, la chiarezza nel capire se stessi e da quella posizione definire l’obbiettivo e i successivi passi;
In senso più ampio la crescita personale che segue a questo cambio e che si riverberano in ogni aspetto della propria vita.
Nella mia definizione di coaching il primo aspetto è preminente.
il coach è colui che sà guidare un processo di cambiamento finalizzato a definire il percorso per arrivare all’obbiettivo stabilito.
Marcello Lo Russo
Dopo il ReSonance, il coaching ha un altro significato. Coaching adesso per me è essere guida, accompagnare le persone a ricreare la loro struttura partendo da ciò che esiste già. Non la promessa di diventare un “Supereroe”, ma la garanzia di riuscire ad essere davvero se stessi, amplificando i tratti distintivi personali e da lì muovendosi nel mondo nel rispetto di chi si è veramente.
Daniela Popolla