Miles Davis, genio del jazz, diceva ‘perchè suonare tante note invece di scegliere le più belle?’.
La differenza che c’è tra chi sa suonare 240 note al minuto e chi ne suona poche non è nella quantità di note suonate, e neanche nell’impatto che ha la musica che suona nei confronti di chi ascolta la sua performance.
La differenza risiede nella capacità di entrare in relazione con il pubblico e di generare dei risultati, musicali in questo caso, che creano emozioni in chi ascolta.
Sta nella capacità di notare cosa succede a livello sensoriale… al TUO livello sensoriale… quello che vedi, quello che senti, quello che gusti in questo esatto momento… e di andare ancora oltre. A come sei nel tuo corpo, a come mantieni il tuo equilibrio, a quello che viene chiamato normalmente senso propriocettivo.
E di fare la tua performance, che questa consista nel negoziare un contratto o recitare davanti a 1000 persone, in relazione a chi sei ed a quello che ti arriva dal sistema ed allo stesso tempo dal tuo corpo in quel momento.
Per il performer straordinario la nota che suonerà dopo è quella che risuonerà maggiormente con chi lo ascolta. E la decide IN TEMPO reale, ANCHE in relazione con chi ha davanti.
Ci sono artisti… musicisti… che toccano le corde delle emozioni, e questo che siano violinisti classici o chitarristi hard rock… Qualsiasi cosa suonano ha un effetto emotivo perchè quando li ascolti percepisci che mentre suonano, sono pienamente presenti a quello che fanno.
E’ quando ti sembra che in quel momento stiano parlando, suonando, danzando… compiendo la loro performance solo per te.
E ci sono professionisti, venditori, avvocati… che sanno fare la stessa cosa nel loro rispettivo ambito di competenza.
E ‘stranamente’ 😉 sono quelli che ottengono i migliori risultati nel loro lavoro.
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