Sicuramente hai sentito parlare della ‘regola delle 10.000 ore’, il risultato della ricerca per cui per diventare realmente maestri in qualcosa occorre trascorrere un MINIMO di 10.000 ore di pratica intensiva nella attività in cui vuoi eccellere.
Certo… pensare di passare 10.000 ore a fare qualcosa spesso mette le persone nel peggior stato possibile.
10.000 ora significa 3 ore al giorno per 10 anni… o 9 ore al giorno per 3 anni. Personalmente l’ho fatto… so cosa vuol dire dedicarsi a qualcosa dal momento in cui ci si sveglia la mattina al momento in cui si crolla dal sonno la notte. L’ho fatto diverse volte… a 16 anni quando volevo diventare un musicista professionista, a 24 quando ho iniziato ad interessarmi al cambiamento somatico… ed anche ora nel mio lavoro. Non mi richiede sforzo, e questo probabilmente è un modo molto naturale di organizzarmi internamente per me.
Ma quasi nessuno ha a disposizione 1 ora al giorno da dedicare a ciò che desidera sviluppare e migliorare… figuriamoci 3 o 6 ore.
Un’idea interessante a riguardo però può essere quella adottata dai migliori insegnanti delle discipline in cui è fondamentale la performance ed il talento. E questa idea è racchiusa in una tecnica che usano spesso quando vogliono far migliorare velocemente i loro allievi… e funziona.
Te la schematizzo qui:
- Prendi un aspetto singolo… una singola porzione di attività che vuoi migliorare e perfezionare. Una cosa definita, piccola e limitata… Le due batture più complicate di una partitura, se suoni. Tirare i rigori, se giochi a calcio. Cose così.
- Scegli un momento della giornata, sempre lo stesso. Se lo scegli intorno alle 9-9.30 di mattina, nella mia esperienza, funziona meglio.
- Lavora su questo aspetto che vuoi migliorare, e lavoraci nella maniera più intensa, esplosiva, concentrata possibile umanamente. Per tre minuti.
- Passati i 3 minuti, dedicati ad altro. Il giorno dopo fai la stessa cosa.
Ho provato spesso questa tecnica (ripresa da Daniel Coyle) su di me e sui clienti con cui lavoro nel coaching e… funziona.
Ed uno dei motivi per cui funziona è questo: è’ impossibile ‘andare piano’ in 3 minuti.
Se decidi di metterci tutto dentro, non c’è nessuna parte di te che si oppone al fatto di mettere dentro tutta l’attenzione, l’energia e la dedizione PER SOLI TRE MINUTI.
E nel momento in cui esprimi QUEL livello di intensità, il tuo sistema mente-corpo IMPARA che è possibile svolgere quella attività con quella energia. E una delle cose che, senza portarci attenzione, succederanno è che piano piano alzerai il livello di energia ed attenzione che metti anche nel RESTO del tuo lavoro.
Prova a farlo per un tempo abbastanza lungo e… fammi sapere 😉
Simone
Già Wittgenstein sosteneva che per acquisire un’abilità e mantenerla occorre una pluralità di occasioni…
Dal mio punto di vista, quello che funziona in questo tipo di lavoro è quello che chiamo ‘modificare il proprio ritmo interno’.
Il modo in cui ognuno si organizza internamente a livello di stimoli, postura, dialogo interno… urgenza con cui fa o non fa qualcosa e con cui prende le numerose micro-decisioni che gli consentono di fare qualcosa… questo determina il risultato che ottiene… ed è qualcosa che normalmente è sottovalutato quando si cerca di migliorare i risultati che si ottengono.
Il corpo, che se ci pensi è l’UNICO strumento attraverso cui possiamo FARE qualcosa viene assolutamente sottovalutato quando si parla di performance e di obiettivi.
E dal mio punto di vista termini come ‘motivazione’, ‘autostima’ non hanno nessun significato se prima l’attenzione non è su come funzioni ad un livello più profondo come questo…
Simone
la fatica ed il coraggio sono necessari per raggiungere un obbiettivo.
devo provare assolutamente..
anche per dare sprint alla mia giornata inizio esattamente così, anche se per pochissimo tempo, ed il risultato è eccezionale perché dò una “cadenza” alle cose che faccio durante il resto della giornata ottimale