Vuoi diventare un coach efficace e stai pensando di frequentare un percorso di coaching?
O magari hai sentito parlare del coaching, questo mondo a vederlo dall’esterno ti interessa e vorresti essere sicuro di frequentare un corso valido?
Mi occupo di formazione nel coaching da parecchi anni. Nello specifico, il tipo di coaching che insegno e che pratico è orientato fortemente alla performance ed a migliorare i risultati di persone, team ed organizzazioni e per farlo utilizzo un modello innovativo di coaching chiamato ReSonance. (Trovi molte informazioni sul ReSonance su questa pagina.)
Stamattina ho inviato una mail ad un gruppo di persone che segue il mio lavoro, ed in questo gruppo negli ultimi giorni mi hanno fatto delle domande su un paio di aspetti che differenziano fortemente i corsi ReSonance da altri percorsi di coaching.
Penso che possano interessare anche il lettore che inizia ad orientarsi in questo mondo, e te le riporto qui sotto.
Domanda n. 1: Perché organizzi corsi solo a Roma e Milano e non a Torino, Salerno, Napoli, Parlermo…?
Allora… ci tengo sempre a dire che il mio vero lavoro è quello di ricercare le migliori strategie di coaching che funzionano realmente per generare performance. La mia attività più importante è lavorare con i clienti mettendoli in grado di ottenere performance migliori da sè stessi o dal loro team, o nell’organizzazione in cui lavorano.
In più, passo diverse ore al giorno a studiare ed elaborare idee con cui rendere più accessibile l’enorme efficacia del sistema ReSonance.
Insomma il mio lavoro è dare il meglio alle persone che mi seguono – non è invece mettere su il ‘carrozzone’ del corso sempre uguale che gira l’Italia nei teatri ripetendosi sera dopo sera dove con 30 acquisti la serata, il libro dell’autore ed il gadget.
Come ‘formatore’ io tengo 2 weekend al mese, uno a Milano ed uno a Roma, e due settimane intensive all’anno. Il resto del tempo è dedicato alla consulenza, alla ricerca, alla scrittura, ad allenarmi e… alla mia vita privata.
E la mia ‘missione’ è quella di liberare chi è davvero interessato ad imparare il coaching da chi per troppo tempo ha proposto cose vecchie di 40 anni, tecniche poco efficaci, corsi motivazionali dove si balla, salta e canta.
Io lavoro sulle performance, e continuerò a studiare ed a tenere corsi tenendo sempre aggiornato il ReSonance.
E tengo corsi alle mie condizioni, per il meglio dei miei clienti. E d’altra parte oggi prendere un treno o un aereo per andare a frequentare un corso che genera vero valore non è più difficile come un tempo, quindi direi che non ci sono più scuse.
Domanda n. 2: Perché non tieni corsi di coaching gratuiti, come fanno molte società di formazione?
Semplicemente perché andrebbe a tuo discapito.
Vedi: quando una società di formazione organizza un corso gratuito, la cosa migliore che può succedere è che su 100 partecipanti, 80 sono persone che quel giorno non avevano meglio da fare e sono venute lì a farsi un giro, o a conoscere qualcuno da ‘inglobare’ nella propria rete di network marketing, o comunque sono lì ma sono poco interessate.
Solo il 20%, per esperienza, è in aula perché vuole davvero imparare.
Ed io non voglio che il 20% delle persone davvero interessate si trovino in mezzo al ‘rumore’ di chi è lì per caso.
Questa è una cosa che nel ReSonance non succede.
Voglio che ogni attimo di esperienza ReSonance che fornisco sia assorbita da persone che vogliono diventare dei coach eccellenti, e che vogliono prendere il massimo da quello che offro loro.
Il secondo motivo per cui non tengo corsi gratuiti, e che chi organizza di solito eventi del genere non ti dirà mai, è che organizzare una giornata di questo tipo ha un costo che va dai 1000 ai 3000 euro (metto dentro in questo conto i costi pubblicitari, le campagne di marketing, l’affitto della sala, i coffee break e così via).
Ed ovviamente una azienda di formazione che spende 3000 euro per organizzare una giornata gratuita… cosa pensi che farà quando si troverà in aula tutte quelle belle persone?
LOGICAMENTE partirà con la sola idea di vendere il corso di coaching vero e proprio ‘infornando’ quanti più clienti possibile.
Alla fine – spesso – la giornata gratuita si trasforma in uno ‘spottone’ in cui cui il messaggio continuo è questo lo vedremo al corso… questo lo vedremo al corso… questo lo vedremo al corso. O in cui vengono usate tecniche manipolative per ‘appioppare’ a più non posso.
E magari ti concedono anche un’ora sola per decidere se ‘iscriverti al corso entro oggi al prezzo scontato del 50%’.
Sinceramente, mi rifiuto di fare una cosa del genere. La troverei degradante per me e per le persone che mi hanno dato la loro fiducia.
Io voglio mantenere la libertà di tenere un corso in cui la mia attenzione NON sia continuamente sul vendere, ma su quello che sto insegnando.
E voglio mantenere la libertà di poter consigliare a una persona un altro corso, se credo che il ReSonance non vada bene per lei.
Insomma, secondo me è arrivato il momento di iniziare a lavorare in maniera un po’ diversa in questo mondo. Ed io ho iniziato a farlo così.
D’altra parte ho strutturato il percorso ReSonance in maniera totalmente modulare. Puoi venire a ‘vedere’ di cosa si tratta iscrivendoti anche ad un singolo modulo di un weekend, e decidere solo dopo aver partecipato se questo coaching fa per te.
Trovi tutte le informazioni sul percorso qui.
Alla prossima!
Simone Pacchiele