Le persone e le organizzazioni non sono capaci di cambiare sè stesse.
Molto spesso il cambiamento è il risultato di qualcosa che è intervenuto dall’esterno in maniera poco piacevole, una crisi, un attacco… piuttosto che dall’interno con la propria intenzione.
Ovviamente pianificare ha un senso in generale, ma il punto è: cos’è che fà cambiare davvero le cose?
Pianificare, nelle aziende come nella vita personale, ha un presupposto: che sia possibile predire il futuro.
Ma siccome non c’è nessun modo per predire il futuro la cosa migliore che possiamo imparare a fare è rispondere in relazione al presente nella maniera più veloce ed efficace possibile.
Anche perchè i membri di un’organizzazione tendono a non vedere proprio quegli aspetti che, se cambiati, avrebbero un impatto maggiore. Non vedono l’ovvio.
E questo è anche il motivo per cui è preferibile che qualcuno che venga dall’esterno e osservi quello che succede. E poi ci sono le resistenze al cambiamento da parte di chi non avrebbe nessun interesse che le cose cambiano all’interno del gruppo.
Chi si occupa del cambiamento?
C’è anche questo aspetto da considerare: chi si occupa di pianificare di solito occupa un ruolo ed una posizione da cui non vede le esigenze di chi sta molto più sopra di lui. Molto spesso la ‘pianificazione’ è solo un rituale vuoto per far sentire alle persone che appartengono a quel gruppo che sta succedendo qualcosa. I piani si vengono fatti, ma quasi mai vengono confrontati con la realtà ed aggiustati in relazione a quello che succede nel mondo reale.
Però c’è qualcosa che si può fare e che interessa la pianificazione.
Considerarla non tanto come un mezzo per anticipare e prevedere quello che succederà.
Ma per rendersi conto di dove sei – per valutare il presente. Attraverso l’analisi di quello che vorremmo succedesse possiamo avere una visione più chiara di quello che siamo.
E sviluppare quella che Jivan Tabibian chiama un segnale anticipatorio… e che nel ReSonance consideriamo uno stato di prontezza per funzionare velocemente in relazione a quello che succede – ed a guidare le persone perchè lo facciano.
E questo vale nella vita personale come nelle organizzazioni.
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