Ne stiamo parlando anche sul gruppo facebook…
Quando impari, qualsiasi cosa, ci sono due livelli in cui puoi progredire.
Il primo è un insegnamento immediato… riguarda la ‘tecnica’.
Questa è la parte di ‘come si fa a…’: come comunicare in maniera efficace, come improvvisare meglio nel suonare uno strumento, come vendere meglio, come essere più persuasivo, come smettere di arrossire quando parli in pubblico… come come come…
Questo tipo di insegnamenti esiste a livello di tecnica ed è qualcosa che può essere appreso in un tempo limitato. Una sessione, due sessioni, cinque minuti. Ti insegno cosa fare e tu lo fai. E da lì può essere rifinita e perfezionata con l’esperienza e con le ‘10000 ore di pratica’ necessarie a padroneggiare qualsiasi arte o disciplina. Ti insegno a suonare un pezzo sulla chitarra, e se hai già le basi, tu vedi gli accordi e lo suoni anche tu.
Da questo punto di vista non c’è niente che possa sostituire l’esperienza… e quello che facciamo nel ReSonance in parte è esattamente uguale a quello che fa un musicista che impara a suonare uno strumento. Dal giorno uno in cui a 8 anni soffia nel suo strumento e non ne esce nessun suono… a 15 anni dopo quando si ritrova a suonare sul palco insieme ai mostri del jazz..
Gli esercizi base che facciamo nel ReSonance appartengono a questa categoria, e chi di voi insegna o tiene dei corsi sa bene qual è la relazione tra il tempo che passa nella pratica e lo studente che alla fine di una lezione esce sapendo fare UNA cosa nuova che prima non sapeva fare.
Ma c’è un secondo tipo di insegnamento che puoi trovare nel ReSonance, ed è quello relativo alla trasformazione, e riguarda un lasciare i vecchi schemi in quello che fai, e muoversi verso qualcosa che non conosci quando cambi completamente la struttura a partire dalla quale operi.
Quando in qualche modo vai verso qualcosa che è ancora sconosciuto.
Perchè c’è un differenza tra cambiamento e trasformazione.
Nel cambiamento modifichi qualcosa e sai verso dove stai andando.
Nella trasformazione cambi la struttura alla base della quale operi e lasci che i risultati – che ancora non conosci – si manifestino.
Cosa puoi fare quando hai abilità che ancora neanche immagini?
Non puoi saperlo adesso… perchè quando hai addosso quelle abilità si disvela un mondo completamente diverso da quello che vivi ora.
Ma arrivare a questo richiede un uso diverso del tempo, perchè quello che impari evolve nel tempo in modo diverso. Richiede che assorba un nuovo modo di essere dalla base, rendendolo qualcosa che ti entra nella pelle e nelle ossa, e nel resto del sistema… e che comunichi e faccia ogni cosa da lì, con la spontaneità di chi si trova davanti qualcosa che non conosce.
E questo avviene così lentamente che assomiglia ad un albero che cresce… non puoi vederlo aumentare l’altezza di momento in momento… e neanche di giorno in giorno…
Ti parlo del tempo perchè quando lavoro nel coaching ReSonance uno a uno con qualcuno il tempo è una delle cose su cui ha l’attenzione chi è lì per ottenere un miglioramento.
“Quanto tempo ci vuole per cambiare?” è la prima domanda che mi fanno, e assomiglia alla domanda che facevi da bambino quando eri in macchina con i tuoi genitori… è dello stesso tipo di ‘Quando arriviamo?’… e la ripetevi decine di volte… ‘Quando arriviamo?’ ‘Quando arriviamo?’ ‘Quando arriviamo?’… ‘Quando arriviamo?’…
Solo che qui diventa “Quando cambierò?”… “Quando cambierò?” “Quando cambierò?”… “Quando cambierò?”…
Cambiare la struttura è qualcosa che decidi di fare ma richiede tempo…
Perchè richiede un cambiamento del modo in cui ti organizzi internamente, ed agire da quella posizione da quel momento in poi. E questa posizione viene prima delle abilità, prima di quello che sai fare, prima delle decisioni che prendi… Ma influenza tutte queste cose.
E cambiare struttura vuol dire a volte attendere i risultati, che non arrivano subito.
I risultati quando arrivano arrivano. Quello che puoi fare tu è mantenere la tua posizione, costruire la massa critica perchè i cambiamenti avvengano… in paziente attesa di quello che deve essere e che sarà.
E’ essere chi sei, e da lì aspettare che il mondo intorno si adegui… e risponda ai segnali che gli invii.., che parlano di chi sei… anche se adesso non ne vedi segni tangibili…
Questo è quello che Castaneda nei suoi libri chiama ‘Intento’… Mantenere qualcosa al tuo interno relativo a ‘CHI SEI’… in cui ti riconnetti alla versione migliore di te stesso… e da cui prendi ogni decisione ed azione. E aspettare i risultati e gli effetti di essere chi sei… anche se ancora non li vedi.
Ti aspetto al ReSonance 1 del 23 a Milano
Simone Pacchiele
P.S. Il ReSonance 1 successivo è il 1 marzo a Roma
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