E’ strano che chi si occupa di migliorare le performance delle persone con cui lavora scriva una frase del genere.
Non guardare i risultati che ottieni.
Guarda altro.
E so bene che nel ‘mercato’ la quantità del risultato ha un valore maggiore di come è stato raggiunto quel risultato. Di quella che si chiama, appunto, la performance.
Voglio che sia chiaro: non sono affatto un sostenitore del ‘meglio poco ma buono’ e che la qualità sia di per se meglio della quantità in campo professionale. Anzi.
Quello su cui voglio portare l’attenzione è che quando si parla di performance e di risultati in OGNI campo, dal numero di clienti che entrano ai tuoi corsi se sei un consulente a quante persone entrano nel tuo ristorante se sei uno chef – il processo assume sempre meno valore rispetto alla quantità ed alla velocità con cui i risultati vengono ottenuti.
Quello che è misurabile è più facile da confrontare. E’ così da quando iniziamo ad essere educati. E’ così, per esempio, che funziona anche l’educazione dei bambini a scuola.
E’ per questo esistono i voti, i test a risposte multiple a scuola: per misurare i risultati.
Infatti, l’intero sistema educativo è orientato intorno all’idea di ‘quantificare’ il sapere. Di misurarlo, e di misurare te in base a quanto sei bravo a dimostrare di avere appreso una certa quantità di libri, di informazioni.. e di saperci accedere con velocità. E la dimostrazione che hai imparato qualcosa consiste spesso nella abilità di esporre con prontezza il contenuto dei libri che hai studiato.
Siamo educati in questo modo, e veniamo premiati (con voti più alti e lavori più remunerativi) quando ci adeguiamo a questo sistema.
Ogni tanto mi capita di fare delle sessioni di coaching privato a persone che vogliono fare o già fanno il mio lavoro. In particolare spesso mi chiedono di insegnare a comunicare sul web con efficacia i servizi che offrono. A volte si tratta di coach, a volte di consulenti, o psicologi o sono dei mediatori familiari o dei naturopati.
Mi chiedono delle tattiche ‘funzionali’: come fai ad ottenere tanti contatti, cosa fai esattamente quando parli con un cliente, cosa scrivo sul sito etc…
Con l’idea che fare le stesse cose porti agli stessi risultati.
Ed ovviamente tutte queste sono cose importanti – il sapere cosa fare e come farlo. Ma la maggior parte degli insegnamenti che posso dargli, e che sono rilevanti per il loro successo, NON è nelle tattiche. Quelle vengono comunque dopo.
In PNL si parla di ‘modellamento’: in sostanza il modellamento consiste in questo, prendo una persona brava a fare qualcosa e se ho gli strumenti adatti a decodificare come fa a farlo, se riesco ad estrarre da lui le strategie che usa etc… riesco ad ottenere gli stessi risultati.
Ma quando inizio a lavorare con persone che ottengono risultati davvero eccezionali nella loro area di competenza, fare questo non è quasi mai possibile.
Ho lavorato con persone del genere, in diversi campi: con dei trader eccezionali, con dei musicisti eccezionali, con degli atleti eccezionali. E ho scoperto un paio di cose vere che accomunano tutte queste persone:
la prima è che hanno una passione quasi ‘insana’ per quello che fanno. Quando parlo di ‘insana’ intendo letteralmente questo. Quando fanno quello che amano dimenticano quasi di mangiare e di bere e lavorano con un livello di intensità che in altri campi non sarebbero in grado di esprimere. Per poter funzionare a questo livello, hanno fatto una scelta precisa, di dedicarsi solo a ciò che gli consente di dedicarsi naturalmente a quello che fanno così bene. Hanno mollato tutto il resto, in qualche modo, perchè quello che fanno meglio per loro è quasi una necessità…
l’altra cosa è che se provi a ‘modellare’ queste persone, ad estrarre e replicare le strategie che utilizzano per essere così eccezionali… non troveresti niente da modellare o da copiare. Questo tipo di performer non hanno nessuna consapevolezza di come fanno a fare quello che fanno. E quando ti dicono qualcosa, NON è mai quello che davvero fanno per ottenere quei risultati.
Quello che fanno, lo fanno partendo da una posizione in cui hanno presente solamente ‘chi sono’ quando sono al meglio. Non c’è nessuna strategia da svelare, nessun ‘segreto’ di rivelare. Sono semplicemente la versione migliore di loro stessi, ed il resto viene da sè.
Una volta ho lavorato con una ragazza che lavorava nel settore della pubblicità, e che era venuta da me per prendere una decisione riguardo all’opportunità di dedicare risorse abbastanza importanti a studiare all’estero copywriting e a perfezionarsi nel campo della scrittura creativa.
E’ una persona che aveva comunque già studiato l’argomento a lungo, che già lavorava da anni nel settore ma sentiva di essere arrivata ad un limite qualitativo che non riusciva a superare, qualunque cosa studiasse o facesse.
Abbiamo lavorato in un paio di sessioni di coaching dove le sembrava non fosse successo niente di particolare. Ma dopo il secondo incontro mi chiama e mi dice ‘non posso crederci, senti cosa ho scritto’
e mi legge il testo di una pagina che aveva scritto subito dopo la sessione di coaching. E aggiunge questa NON SONO IO, io PRIMA una cosa così bella non l’avrei mai scritta…
Aveva fatto il salto. E l’aveva fatto non studiando esplicitamente cose tecniche di quella disciplina… aveva letto migliaia di cose scritte da maestri del settore, e conosceva praticamente ogni libro importante scritto sull’argomento.
Ma accedendo ad una posizione somatica E mentale in cui tutto quello che sapeva di quell’argomento diventava vivo – e emanava da lei in maniera naturale.
E’ per questo che mi piace pensare che nel ReSonance lo scopo, piuttosto che modellare l’eccellenza è portare le persone in una posizione in cui generano naturalmente risultati di eccellenza.
Nei metodi tradizionali di miglioramento l’attenzione è sul migliorare i risultati ‘passo per passo’ un po’ alla volta. E’ il lavoro che coinvolge l’emisfero sinistro del cervello, quello analitico.
E’ come imparare una lingua studiando sul libro di grammatica. Per molti è la via più semplice per farlo.
Impari la struttura della frase… soggetto… verbo e predicato verbale. E pronunci la frase… poi impari un altro capitolo sugli avverbi ed inizi ad introdurre gli avverbi nelle frasi che crei… e così via via che studi nuove regole della lingua che impari… Studi prima la regola, e poi cerchi di applicarla… Quello che succede quando provi ad imparare una lingua così è che hai un senso di controllo sulla velocità dell’apprendimento: se impari un elemento della grammatica ogni settimana, hai un senso di linearità nella progressione con cui impari l’intera lingua. Ti immagini di poter programmare che entro un anno saprai l’inglese tot volte meglio di oggi.
Ma se osservi come un bambino impara a parlare… o se hai mai soggiornato all’estero per un periodo abbastanza lungo ti rendi conto che l’apprendimento di una lingua è la cosa meno lineare del mondo. Ascolti la tv con programmi in inglese, guardi film ascolti la radio e parli con le persone e capisci poco o niente di quello che dicono… Sembra che ogni sforzo finisca nel nulla. Poi un giorno ti svegli e parli molto molto meglio l’inglese, e non sai come è successo. Per i bambini succede la stessa cosa.
Nel ReSonance l’attenzione è sull’emisfero destro, quello in cui impari e produci risultati che dipendono direttamente da ‘chi sei’ invece che da quello che fai: invece di concentrarsi sull’efficacia data dal funzionare solo in base all’emisfero sinistro… quello che ti mette in grado di ripetere il libro che hai imparato … mi interessa che le persone siano in grado di ‘sentire sotto la pelle’ quello che hanno appreso e di rappresentarlo ‘essendo’ e non facendo.
Mi interessa lasciare le persone non solo con il senso di ‘conoscere’ qualcosa… ma dargli il pieno accesso di essere quella cosa li, e di esserlo come espressione naturale di chi sono.
Gran parte dell’educazione che hai ricevuto ti ha convinto a prendere tutte le sensazioni istintive dal tuo corpo e spostarle nella mente. Ma l’intelligenza dell’intuito, che risiede nel corpo, sa che solo quando intuito e mente funzionano insieme compare la vera performance.
E per far questo, e per farlo in maniera INTENZIONALE voglio dire, bisogna imparare di nuovo ad imparare.
Ne parliamo nel prossimo articolo.
Ma intanto ti invito a partecipare al prossimo corso ReSonance ‘Azione ed accelerazione che terrò a Roma il 12 e 13 ottobre. Parla proprio di questo: miglioramento dei risultati che ottieni in maniera apparentemente ‘magica’. Ma in realtà straordinariamente naturale.
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